Articolazione e Suoni

Disprassia o disturbo fonologico? Le differenze

16 Aprile 2018

Molti genitori che iniziano a cercare informazioni sui disturbi del linguaggio, si chiedono quali sono la differenze tra la disprassia ed il disturbo fonologico.

Questi termini possono apparire simili e vi fornirò una breve panoramica di entrambi i disturbi, ed alla fine vi darò il mio parere clinico.

Disprassia verbale

La disprassia è un disturbo neurologico del linguaggio che influenza la capacità del bambino di pianificare, eseguire e sequenziare i movimenti della bocca necessari per un linguaggio chiaro. Le caratteristiche di aprassia includono:

  • Lallazione limitata, i bambini tendono ad essere abbastanza silenziosi nei primi mesi.
  • Poche o nessuna parola rispetto ad altri bambini della loro età.
  • Scarsa capacità di imitare suoni e parole
  • Il bambino sostituisce e / o omette suoni vocali e consonanti.
  • Le parole sono dette in una maniera incomprensibile e neppure i genitori riescono ad interpretarle.
  • Potrebbero usare lo stesso suono in tutte le posizioni della parola. Quindi hanno un suono preferito e lo mettono in tutte le posizioni (patata diventa tatata, oppure so ta; questo anche in tutte le altre parole).
  • Spesso gli errori sono incoerenti, o riescono a dire una parola una volta e poi mai più.
  • Il bambino capisce molto più di quello che può dire.
  • Ci potrebbe essere (ma non sempre) familiarità nella difficoltà di comunicazione. (Tutti i bimbi della famiglia sono parlatori tardivi oppure magari alcuni adulti hanno ancora delle difficoltà nella pronuncia)

Disturbi fonologici

Un disturbo fonologico è una difficoltà con le regole o i modelli per combinare i suoni in modo chiaro mentre parliamo. Ci sono tante sostituzione fonologiche tipiche come:

  • la riduzione della sillaba (producendo solo una sillaba in una parola multisillabica come CA per CANE)
  • Stopping (sole = tole)
  • Anteriorizzazione (cane = [‘tane])
  • Semplificazione di liquide (rana = lana)
  • Fricazione (camicia= camisa)
  • Affricazione (rosso= rocho)
  • Desonorizzazione (gambe= campe)
  • Sonorizzazione (acqua= agua)
  • Cancellazione di sillabe atone (banana =nana)
  • Riduzione di gruppi consonantici (treno = teno)
  • Armonia consonantica (coccodrillo= kokkolillo)
  • Armonia vocalica (piccola = pakkala)
  • Cancellazione di consonante iniziale (scopa =kopa)
  • Metatesi (topo = poto)
  • Epentesi (aereo =aleleo)
  • Riduzione di dittonghi (pieno= peno)
  • Soppressione di consonante finale di sillaba(albero=
    abbeo)
  • La riduplicazione (semplificando una parola polisillabica con una più semplice come dire bubu per bolla o cane cane anche per cagnolino).

Tutti questi processi sono comuni anche nei bambini in via di sviluppo. Diventa un problema quando la maggior parte dei bambini stanno maturando, ma altri tendono a mantenere tutta una serie di sostituzioni. Ad esempio, la cancellazione finale delle consonanti (cioè tagliare le consonanti alla fine) generalmente scompare tra 2 1/2 e 3 anni di età. Se un bambino non include le consonanti finali entro questa età, lo consideriamo uno sviluppo atipico poiché la maggior parte dei suoi coetanei della stessa riesce a completare le parole.

Un bambino che presenta con solamente  un disturbo fonologico ha un buon linguaggio espressivo, il che significa che ha un buon vocabolario ma ha difficoltà di pronuncia.

Importanti differenze diagnostiche

1.VOCALI: Uno dei punti focali sono le vocali. Entrambi i bambini con disprassia e disturbi fonologici commettono errori le consonanti. Ma i bambini con disprassia sostituiscono, o in alcuni casi omettono, anche le vocali. La maggior parte dei bambini con un disturbo fonologico usano le vocali accuratamente.

2. REGOLARITÀ’ DEGLI ERRORI – I bambini con disturbi fonologici sono generalmente coerenti con i loro errori. Ciò significa che quando sostituiscono dei suoni lo fanno sempre nella stessa maniera, mentre i bambini con disprassia sono molto incoerenti. Ciò significa che possono pronunciare una parola correttamente una volta e dirla in modo errato un minuto dopo. Le parole possono essere dette in modo così “strano” che la parola è irriconoscibile. Per i bambini con disprassia e che hanno anche poche parole, possono pronunciare la parola una volta, e poi non ripeterla più per molto tempo.

3.CONSONANTI: I bambini con il disturbo fonologico hanno una presentazione di errori schematici. Ad esempio, un bambino può omettere il suono della consonante finale tutto il tempo. Un bambino con disprassia può includere un suono di consonante finale in una parola, ma non essere in grado di produrre lo stesso suono della consonante finale in un’altra parola o lo stesso suono in un’altra parola ancora (cane diventa CANE, però penna può essere pronunciata PE oppure NA).

4. ABILITA’ LINGUISTICHE: i bambini con disprassia sono quasi sempre “parlatori tardivi” a differenza dei bambini con il disturbo fonologico  che hanno delle capacità linguistiche espressive più vicino alla norma. Usano molte parole e cercano di combinarle in frasi come i loro coetanei della stessa età, ma non riusciamo a capirli.

5. ALTRE CARATTERISTICHE – Quando ripetiamo delle parole i bambini con disturbi fonologici non hanno problemi. La maggior parte, cercano di ripetere ciò che abbiamo detto loro senza esitazioni. I bambini con disprassia sembrano andare “a tentoni” con le parole. Molti genitori mi descrivono queste situazioni:

  • “Talvolta apre la bocca per parlare, ma poi sembra che si sia dimenticato quello che stava per dire”.
  • “Non sa cosa fare con la lingua quando parla.”
  • “Vedo che guarda la mia bocca da vicino, e cerca di muovere la bocca in modi divertenti per copiare il mio, ma non può.”

6. IMITAZIONE VERBALE: I bambini con disprassia hanno grosse difficoltà ad imitare o ripetere ciò che hai detto (specialmente prima dell’inizio della terapia). I bambini con un disturbo fonologico possono ripetere, ma la parola potrebbe non essere accurata.

7. IMITAZIONE DEI MOVIMENTI ORALI – I bambini con disprassia hanno difficoltà nell’usare la bocca – parlare o imitare o eseguire determinati movimenti su richiesta, ma non in altre attività come mangiare o se l’attività è “automatica”. Ad esempio:

  • “Può tirar fuori la lingua quando si lecca un gelato, ma non può farlo quando gòi chiedo di farlo.”
    “Ha spento le candeline del suo compleanno la scorsa settimana. Ma non soffia a richiesta”
    I bambini con disturbi fonologici sono più coerenti con ciò che possono o non possono fare con la loro bocca.

Spero che questo vi abbia dato un’idea più chiara delle differenze che ci sono tra DISPRASSIA e DISTURBO FONOLOGICO.

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D.ssa Anna Biavati

Logopedista Pediatrica specializzata in ritardi del linguaggio, fonologia, mutismo selettivo e bilinguismo

© Copyright 2018 Insegnami a parlare

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10 commenti su Disprassia o disturbo fonologico? Le differenze

  • Avatar
    Valentina 14 Febbraio 2024 at 11:36 Rispondi

    Buongiorno Dott.ssa,
    Il mio bimbo di 5 anni e mezzo pronuncia la E al posto della O, una E “stretta”. Ormai il problema si protrae da qualche anno, ha qualche consiglio da darmi? C’è qualche esercizio che può fare? Ha tenuto il ciuccio fino a 3 anni; non pronuncia bene la S, C e G, ma ho trovato un esercizio utile, in cui dice Ti e poi Si, mantenendo la lingua e i denti nella posizione della T e vedo già dei miglioramenti. Ma per quanto riguarda la vocale “O” non so proprio più che pesci pigliare! La ringrazio per l’attenzione
    Valentina

    • Dssa Anna Biavati
      Dssa Anna Biavati 28 Marzo 2024 at 11:55 Rispondi

      Salve Valentina, andiamo prima a capire lo sviluppo delle vocali.
      a pronuncia corretta delle vocali è un importante sviluppo linguistico per i bambini in fase di apprendimento del linguaggio. Tuttavia, alcuni bambini possono incontrare difficoltà nella pronuncia delle vocali, che può essere attribuita a una serie di fattori:

      Fattori anatomici: Alcuni bambini possono avere differenze anatomiche nella bocca, nella lingua o nelle corde vocali che possono influenzare la loro capacità di produrre correttamente le vocali. Ad esempio, la presenza di frenulo linguale corto può limitare il movimento della lingua, rendendo difficile la produzione di alcune vocali.

      Problemi uditivi: I bambini che hanno difficoltà uditive possono avere problemi nel percepire e riprodurre correttamente i suoni delle vocali. La capacità di udire e distinguere i suoni è fondamentale per imparare la corretta pronuncia delle vocali.

      Disturbi del linguaggio: Alcuni bambini possono soffrire di disturbi del linguaggio, come la disprassia verbale o il disturbo fonologico, che influenzano la loro capacità di coordinare i movimenti necessari per produrre i suoni delle vocali in modo corretto.

      Modelli linguistici: I bambini possono essere influenzati dai modelli linguistici presenti nel loro ambiente. Se i genitori o le persone con cui il bambino interagisce parlano con accenti o dialetti diversi, potrebbe esserci confusione nella pronuncia delle vocali.

      Ritmo di sviluppo individuale: Ogni bambino sviluppa le abilità linguistiche in modo diverso e in tempi diversi. Alcuni bambini possono richiedere più tempo per imparare a pronunciare correttamente le vocali rispetto ad altri.

    • Dssa Anna Biavati
      Dssa Anna Biavati 28 Marzo 2024 at 11:57 Rispondi

      Aiutare un bambino a pronunciare correttamente qualsiasi lettere richiede pazienza, pratica e sostegno. Ecco alcuni suggerimenti per aiutare un bambino a migliorare la pronuncia della vocale “O”:

      Modello corretto: Assicurati di pronunciare correttamente la vocale “O” quando parli con il bambino. I bambini imparano molto osservando e imitando gli adulti, quindi fornire un buon modello è essenziale.

      Esercizi di fonetica: Introduci esercizi di fonetica che si concentrano sulla pronuncia della vocale “O”.

      Gioco degli specchi: Fai giocare il bambino davanti a uno specchio mentre pronuncia la vocale “O”. Questo gli permetterà di osservare i movimenti della bocca e della lingua e di fare correzioni in tempo reale.

      Esercizi di respirazione: Alcuni problemi di pronuncia possono derivare da una respirazione inadeguata. Esercizi di respirazione come soffiare bolle o gonfiare palloncini possono aiutare il bambino a sviluppare una corretta respirazione e controllo del fiato per pronunciare meglio la vocale “O”.

      Ricompense e incoraggiamenti: Usa rinforzi positivi, come elogi e piccole ricompense, per incoraggiare il bambino a praticare e migliorare la pronuncia della vocale “O”. L’approccio positivo può aumentare la motivazione del bambino e rendergli più piacevole impegnarsi nell’apprendimento.

      Gioca con le vocali: Integra la pratica della pronuncia della vocale “O” in giochi divertenti e attività interattive. Ad esempio, puoi creare una caccia al tesoro in casa in cui il bambino deve trovare oggetti che iniziano con la lettera “O” e pronunciarli correttamente.

      Consulenza specialistica: Se il bambino continua a incontrare difficoltà significative nella pronuncia della vocale “O” nonostante gli sforzi e il supporto, potrebbe essere opportuno consultare un logopedista visto che ha altre sostituzioni, in modo tale da fare una terapia mirata.

      Ricorda che ogni bambino è un individuo unico con il proprio ritmo di sviluppo.

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    Maria 15 Agosto 2020 at 15:44 Rispondi

    Gentile Dottoressa, ho trovato questo articolo partendo dal gruppo facebook e leggendo le caratteristiche della disprassia rivedo molte cose del mio bambino. Ha appena compiuto 19 mesi e dice una trentina di parole anche se i suoni sono molto limitati – poche consontanti e molto poche vocali, il problema é che utilizza pochissimi suoni- predilige l’uso della a e non dice assolutamente nessuna parola con la “o” o la “u”. Basti pensare che usa “papa” una varietá di parole come palla, pasta, pane, scarpa, pappa… ma anche altre parole che non c’entrano per niente come luce e macchina e ultimamente addirittura indica le cose e dice papa. Per il resto sembra capire benissimo ed é bilingue.
    La maggior parte dei prerequisiti sono molto sviluppati – é molto comunicativo, usa gesti, indica e riesce a farsi capire benissimo da noi genitori e abbastanza bene anche dagli altri. L’attenzione non é il suo forte ma quello che proprio non va é l’imitazione. Ho notato anche che soffia poco e non tira mai fuori la lingua.
    Noi viviamo all’estero e siamo stati in lockdown per quasi 5 mesi con contatti sociali praticamente nulli. Non va al nido da inizio marzo – Il fattore caratteriale: é molto molto testardo, vuole sempre fare le cose da solo e si impunta quando non vuole fare qualcosa e come se non bastasse gli gli sono spuntati ben 9 denti negli ultimi 6 mesi e adesso gliene stanno spuntando altri 3.
    Sto iniziando a preoccuparmi, c’é qualcosa che possiamo fare fin da ora?

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      Lauryn 24 Agosto 2020 at 16:40 Rispondi

      buongiorno Maria, per una diagnosi di disprassia è ancora molto presto, le consiglio di aspettare qualche mese e per togliersi ogni dubbio prenotare una consulenza con una logopedista.

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      Federica 16 Maggio 2024 at 7:39 Rispondi

      Ciao Maria è passato molto tempo dal tuo post,posso sapere poi com’è andata? Mi sono ritrovata molto nel tuo racconto e descrizione.
      Grazie se vorrai rispondermi

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    Valentina 26 Ottobre 2019 at 15:10 Rispondi

    Buon pomeriggio dottoressa.. Le scrivo perché nel leggere il suo post mi sono ritrovata con tanti punti in comune. Le spiego io ho un bimbo di 33 mesi che non parla, dice solo mamma, papà.,avvolte nonno e adesso quando si guarda in una foto dice il suo nome ma nn sempre anche riguardo alle altre parole. Quindi mi sono ritrovata molto quando lei ha spiegato la disprassia. Quello che le chiedo è una spiegazione di cosa si tratta è se è una cosa grave, ma soprattutto se si può risolvere. Mio figlio capisce tutto,se la cava da solo se deve prendere alcune cose ad esempio se l’acqua è nel frigo lui apre e beve questo l’ho sta facendo da due giorni,prima me l’ho indicava. La ringrazio spero che mi risponda e che sia stata chiara.

    • Anna Biavati
      Anna Biavati 28 Ottobre 2019 at 10:04 Rispondi

      Buongiorno Valentina,
      sono la segretaria della Dottoressa. Come evidenziato nell’articolo, entrambe le problematiche, seppur diverse, se affrontate con l’aiuto di un logopedista, si risolvono con un po’ di lavoro. Si attivi fin da subito con la sua pediatra per aiutare il suo bambino. Se invece volesse avere un consulto con la dottoressa per capire se effettivamente si tratta di disprassia o disturbo fonologico, visiti la pagina “contattami” per scoprire le date disponibili per una consultazione via skype. grazie per l’attenzione, e per qualsiasi dubbio scriva a [email protected]

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    Amelia Lomboni 1 Febbraio 2019 at 21:24 Rispondi

    Cara dott.ssa Anna Biavati….più leggo le sue teorie…più mi preoccupo e mi agito per la mia nipotina di 25 mesi. Adesso leggendo il suo artucolo sulla diprassia..mi sembra di rivedere la mia nipotina…e più leggo..più mi agito….Io cerco di fare come lei insegna…ma sembra che faccia fatica a dire qualcosa….o lo dice una volta e poi si dimentica. Preferisce chiamare prendendoci per mano… e fa le cose da sola. Capisce tutto ma non si sblocca……Se mi vorrà dare una risposta la ringrazio tantissimo…..

    • annabiavati
      annabiavati 1 Febbraio 2019 at 22:55 Rispondi

      Cara Amelia, mi dispiace che sia cosi preocupata per la sua nipotina, ma se ci agitiamo anche loro lo sentono. Quello che scrivo si basa su ricerche scentifiche unite poi alla mia esperienza clinica. Ci vuole molta pazienza con i bimbi, accertarci che abbiamo tutti i prerequisiti del linguaggio. A proposito ha fatto il mio corso gratuito?
      Inoltre sarebbe il caso di iniziare un percorso logopedico. Si segni tutti i passi che fa, e poi giochate sempre… divertitevi… farete dei passi insieme. Non perda la speranza. D.ssa Anna

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