Il mio bimbo parla poco: è pigro o testardo?
Il mio bimbo parla poco: è decisamente testardo.
Questa è una frase che sento dire spesso dai genitori, dai familiari, dagli insegnanti e da altri professionisti…
La verità è che nonostante i bambini possano sembrare ostinati o “difficili”, non è certamente questa la causa del loro ritardo linguistico. Il ritardo del linguaggio è un deficit di abilità e non ha nulla a che vedere con il temperamento o la personalità di un bambino.
Questo significa che i bambini hanno bisogno di sostegno per sviluppare il linguaggio; hanno bisogno di una pratica mirata che sia adatta al loro livello di sviluppo. Significa anche che è importante evitare di cercare di “forzare” la lingua del proprio bambino.
Pensando che la capacità di parlare, sia in qualche modo legata all’essere ostinati o testardi, può portare i genitori ad usare delle frasi come:
- Che cos’è questo?
- Dillo tu?
- Dillo bene
- Non ti capisco
- Perchè non usi le parole
Con questo tipo di interrogatorio il bambino che ha buona imitazione verbale, ripeterà una o due parole, facendo sentire il genitore come se avessero avuto successo. In realtà, tuttavia, c’è un grosso passo di sviluppo tra il ripetere le parole e usarle spontaneamente
Il mio bimbo parla poco: è decisamente pigro.
Proprio come la tendenza del bambino ad essere testardo non provoca un ritardo del linguaggio, anche la pigrizia ha poco a che fare con il ritardo del linguaggio.
Molti bambini sono bravi a imitare le parole pronunciate da gli altri, ma non le usano spontaneamente. I genitori sentendo che il loro bimbo ripete, sono convinti che hanno acquisito quella parola e pertanto, iniziano a pensare che lo scarso vocabolario sia causato dalla pigrizia e dalla mancanza di volontà di parlare da parte del bambino.
MA come ho già spiegato, mentre l’imitazione verbale è un meccanismo essenziale per imparare a parlare, un bambino deve anche aver sviluppato la capacità di mantenerlo effettivamente e usarlo senza la necessità di copiarlo.
Mio figlio è troppo indipendente.
Anche questa è una frase che viene usata da professionisti e genitori. Di solito viene usata quando un bambino è capace di fare molte cose da solo, ed è in grado di soddisfare la maggior parte delle proprie necessità immediate (come avere un giocattolo o aprire il frigorifero) e / o ha la maggior parte dei giocattoli che desiderano a portata di mano.
Uno dei consigli che viene spesso dato è quellodi non dare al bambino giocattoli, cibi o bevande fino a quando non dice la parola. Tuttavia ci sono dei vari gradi per questo e se il bambino non ha quella parola nella testa questo è un atto di crudeltà, quindi bisogna pensare di fare dei passi piccoli, dal segno, alla figura, alla vocalizzazione e poi alla parola. Il punto fondamentale è la COMUNICAZIONE.
Il ritardo linguistico è un difetto di abilità, e questo tentativo di costringere il bambino a parlare NON farà ottenere il risultato desiderato. Ora, è vero che la ritenzione è una tecnica che molti professionisti usano per incoraggiare la richiesta da parte del bimbo, tuttavia, dovrebbe essere usata solo quando il bambino ha dimostrato che sa usare quella parola. Non è certamente facendolo piangere o lasciarlo senza mangiare, una soluzione al problema!!
Volevo rassicuravi che molti bimbi che a 2 anni parlano ancora poco, recuperano in modo spontaneo entro i 3 anni.
La D.ssa Eleonora La Monaca ci conferma che “se il bimbo di 3 anni ha molti suoni alterati o assenti bisogna fare una valutazione della fonologia e del linguaggio: i servizi pubblici hanno personale preparato e, a parte il problema delle liste di attesa, rispondono alle richieste delle famiglie”. Potete leggere l’articolo qui.
I ritardi del linguaggio capitano molto spesso, alcuni si si risolvono spontaneamente e altri necessitano di logopedia; e quando si incomincia ad intraprendere una terapia, ci sono dei grandi cambiamenti e nella stragrande maggioranza dei casi il disturbo si risolve in modo completo.
Per chi mi segue da tempo, lo sapete che il mio approccio è giocoso, i bimbi imparano attraverso il gioco e durante le sessioni si divertono da matti.
Cerchiamo di essere positivi, il cambiamento avviene sempre.
D.ssa Anna Biavati
Logopedista Pediatrica specializzata in ritardi del linguaggio, fonologia, mutismo selettivo e bilinguismo
2 commenti su Il mio bimbo parla poco: è pigro o testardo?
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